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Cina: dichiara guerra alle multinazionali americane!

Il blocco è stato messo da Porcellana nei computer esistenti negli uffici governativi e negli enti pubblici del Paese.


ΑFu deciso che entro i prossimi tre anni i computer che non erano stati realizzati nel paese avrebbero dovuto essere sostituiti.

Questo è il primo mandato pubblico pubblicamente noto con un focus specifico sugli appalti pubblici per rivolgersi a fornitori nazionali. La nuova politica fa parte della più ampia strategia della Cina di distaccarsi sempre più dalle tecnologie straniere.

La decisione, afferma l'APE-MPE, citando il Financial Times, colpirà probabilmente l'americano multinazionali società tecnologiche come HP, Dell e Microsoft, che hanno effettuato grandi esportazioni in Cina. La decisione arriva in risposta a uno sforzo statunitense per limitare l'uso della tecnologia cinese, poiché la guerra commerciale tra i due maggiori Paesi ha progressivamente acquisito le caratteristiche di una "guerra fredda" nel campo della tecnologia e del know-how.

All'inizio di quest'anno, l'amministrazione Trump ha vietato alle società statunitensi di fare affari con la società cinese Huawei, adducendo motivi di sicurezza nazionale. (pioniere nelle reti 5G di quinta generazione) e già gli americani Google, Intel e Qualcomm hanno annunciato che stanno congelando la loro collaborazione con Huawei.

Il governo degli Stati Uniti sta facendo pressioni sui governi europei per escludere l'azienda cinese dai nuovi o futuri progetti di installazione di reti 5G.

Gli analisti di China Securities stimano che da 20 a 30 milioni di computer stranieri e altro hardware dovranno essere sostituiti in seguito alla nuova politica del governo, annunciata a seguito di un precedente ordine della sede del Partito Comunista, che sarà messo in atto in massa in linea con il Capodanno. La nuova polizza è già stata battezzata "3-5-2", perché si prevede che il 30% delle sostituzioni necessarie sarà effettuato nel 2020, il 50% nel 2021 e il restante 20% nel 2022.

La legge sulla sicurezza del paese, approvata nel 2017, richiedeva ai servizi pubblici e alle infrastrutture critiche di utilizzare "tecnologie sicure e controllate". I recenti compiti di ΗΠΑ a scapito della Cina ha dato urgenza alla nuova politica di autosufficienza e sostegno alle tecnologie domestiche.

L'analista Jefferies stima che le società tecnologiche statunitensi abbiano finora generato circa 150 miliardi di dollari all'anno di entrate dalla Cina, sebbene gran parte di esse provenga da società private cinesi.

Gli analisti dicono anche che sostituire il software con il cinese sarà un compito più difficile che computer, soprattutto perché i sistemi operativi statunitensi Microsoft Windows e Aplle macOS sono ampiamente utilizzati in Cina. I servizi pubblici ora dovranno fare affidamento interamente su sistemi operativi di fabbricazione cinese (come Kylin OS) e sulle corrispondenti applicazioni domestiche.

Ma anche a livello hardware sorgono difficoltà nell'era della globalizzazione. Ad esempio, la cinese Lenovo, che assembla molti dei suoi prodotti in Cina, fornisce i suoi processori dall'americana Intel e i suoi supporti di memorizzazione (unità) dalla sudcoreana Samsung.

Resta da vedere se la nuova politica tecnologica del settore pubblico influenzerà le aziende private cinesi.

fonte

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