L'azienda lavora con uno dei più grandi Sistemi sanitari statunitensi. Lo scopo è quello di sviluppare un software che suggerirà al paziente cambiamenti per migliorare la sua salute.
Til motto del tempo è “I dati sono oro", Soprattutto quando questi dati riguardano dati medici per gli utenti. Non è un caso che tutte le grandi aziende tecnologiche abbiano fatto una svolta nel campo della Salute, che si tratti di servizi o di gadget per il monitoraggio dell'attività fisica.
Nel caso di Google, invece, la situazione va ben oltre, poiché secondo il Wall Street Journal, l'azienda collabora con uno dei più grandi sistemi sanitari statunitensi per raccogliere e analizzare i dati medici personali dei cittadini americani di 21 stati.
Project Nightingale è in corso in collaborazione con Ascension dal 2018 e ha registrato un'accelerazione drammatica dalla scorsa estate. Prevede la raccolta di informazioni da esami di laboratorio, diagnosi mediche e anamnesi in cliniche e ospedali, al fine di creare un profilo medico completo del paziente che includa il nome e la data di nascita. Tutto questo senza il consenso di pazienti o medici!
Finora, i dati di decine di milioni di pazienti sono stati raccolti e consultati da almeno 150 dipendenti di Google. Vale la pena notare che alcuni dipendenti di Ascension si sono opposti a questa pratica di Google, tuttavia, gli esperti di privacy affermano che la raccolta di questi dati è legale grazie all'Health Insurance Portability and Accountability Act del 1996, che consente la condivisione di questi dati da parte degli ospedali ai loro partner aziendali senza il consenso dei pazienti.
La normativa consente inoltre lo sfruttamento di questi dati da parte delle aziende che desiderano migliorare le operazioni sanitarie. Nel caso di Google, è stato riferito che utilizza i dati per sviluppare nuovi software che con l'aiuto dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico possono suggerire modifiche al paziente per migliorare la sua salute.
Le opinioni qui differiscono su come sfruttare queste informazioni sensibili. Da un lato si può dire che non chiedono nemmeno il permesso del paziente per 'accedere' ai suoi dati medici, dall'altro, se questa pratica porta davvero allo sviluppo di una tecnologia che migliorerà la cura e di conseguenza la salute del paziente , chi dirà di no?
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