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Inizia la "caccia alle streghe" per gli abbonati tv piratati con reclusione e 15.000mila euro di multa

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Η Prosecuzione della criminalità elettronica, inizia la “caccia” ai cittadini che dispongono di sistemi illegali di pay tv


Dopo lo smantellamento di un circuito di pay tv “pirati” che erano riusciti ad assicurarsi i profitti di cui sopra 25 milioni di euro, ora verranno perquisiti coloro che hanno utilizzato il software illegale per guardare i canali in abbonamento in Grecia.

In possesso di molti arrestati,  elenchi elettronici scritti a mano, elenchi di clienti, ma anche nomi di soggetti che avevano installato uno speciale player e con le chiavi entravano illegalmente nei canali di abbonamento. Tutto ha funzionato grazie al passaparola per molti anni. Le “teste” acquistavano un regolare abbonamento e con i propri software, sfruttando anche l'intelligenza artificiale, trasmettevano in tempo reale il programma di ciascun canale in abbonamento.

Come affermato in Dnotizie, L'avvocato Nikos Siamakis,

ora la cosa difficile per l'accusa è dimostrare che quella persona aveva il decoder o utilizzava le chiavi. Perché dici che è mio cliente non significa niente. Chi aveva quei decoder specifici li ha buttati via.

Ma come verrà condotta l'accusa nel circuito? Come sottolineato dal sig. Siamakis,

il circuito aveva un sistema illegale che distribuiva codici e accedeva al servizio specifico. Si apriranno e vedranno quali IP si stavano connettendo a quel software. Dagli IP scopriranno chi sono gli utenti e lì avvieranno gli incroci. Nel caso della proprietà intellettuale esiste un motivo prima facie per avviare un'indagine e perseguire penalmente i proprietari di questi software. Solo con l'elenco non si fa nulla. Le tracce IP devono essere indagate. Ora ci sono i mezzi tecnologici per "crackare" i sistemi illegali e trovare molte prove.

Se il fornitore dell'abbonamento illegale ha un server all'estero, allora, come ha affermato il sig. Siamakis, il compito delle autorità greche diventa ancora più difficile, perché l'assistenza giudiziaria deve essere richiesta al paese specifico. Allora ci vorrà molto tempo per chiarire la questione. I fornitori dovranno inoltre fornire informazioni sui propri clienti in modo che possano essere incrociati. Vediamo cioè il giorno e l'ora in cui i clandestini sono entrati nelle piattaforme".

Da allora in poi, secondo il sig.Siamaki, ci saranno molti sottocasi. Se, ad esempio, qualche utente abusivo ha il wifi sbloccato. Lì l’accusa dovrà attraversare un altro elemento. Che il proprietario di questo IP sia connesso o meno al software illegale. Perché qualcun altro che si trova in una casa vicina può essere illegale.

Per i privati ​​le sanzioni partono da un mese e 15.000 euro e possono arrivare fino a cinque anni.

Infine, secondo il sig. Siamaki, i canali di abbonamento in Grecia dovrebbero investire in livelli più elevati di crittografia e nella sicurezza generale delle loro piattaforme. La loro sicurezza è ormai tecnicamente obsoleta. Inoltre, la riduzione dei prezzi potrebbe, a causa della concorrenza, mettere i clandestini "fuori dalla lotta".


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